mercoledì 26 settembre 2012

COMUNICATO DEL CIRCOLO LEGAMBIENTE DI PINEROLO: DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 RITORNA "PULIAMO IL MONDO"

Anche per il  2012 il circolo LEGAMBIENTE di Pinerolo, con il patrocinio del Comune di Pinerolo ed in collaborazione con ACEA Ambiente  organizza DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 (dalle ore 9,30 alle ore 12,30) l’iniziativa PULIAMO IL MONDO" che, nata nel 1989, ha visto negli ultimi anni l’adesione di centinaia di paesi e di oltre  20 milioni di volontari.  Pulire insieme un angolo della nostra città è  uno dei modi (come fare bene la raccolta differenziata dei rifiuti) per assumerci in prima persona la responsabilità  dell’ambiente  che ci circonda.
La zona da pulire collettivamente  sarà, come già gli scorsi anni, la riviera del Lemina, bene prezioso per la città sotto il profilo sia storico che ambientale, oggi già in parte valorizzata da un percorso naturalistico assai apprezzato dai cittadini.
L’appuntamento è : DOMENICA 30 SETTEMBRE ALLE ORE 9,30  in Viale Castelfidardo all’altezza del ponte della Tabona.
E’ opportuno che i partecipanti siano forniti di stivali di gomma o scarponcini.  Guanti ed altri strumenti di lavoro saranno forniti dagli organizzatori. L’ACEA provvederà al trasporto in discarica dei rifiuti raccolti.

lunedì 17 settembre 2012

INIZIATIVE: DISOBBEDIENZA CIVILE PER PROTEGGERE I SEMI TRADIZIONALI SCAMBIO DI SEMI E ABBRACCI


Con sentenza del 12 luglio, la Corte di Giustizia della UE ha confermato il divieto di commercializzare le sementi delle varietà tradizionali e diversificate che non sono iscritte nel catalogo ufficiale europeo. Fin dal 1998 è in vigore una direttiva della Comunità europea che riserva la commercializzazione e lo scambio di sementi alle ditte sementiere (le note multinazionali) vietandolo agli agricoltori. Ciò che i contadini hanno fatto per millenni è diventato così, di colpo, un delitto. Con questa sentenza sono messe fuorilegge anche le associazioni di volontari impegnati nel recupero delle varietà antiche e tradizionali ­ ne esistono di benemerite anche in Italia ­ che commettono appunto questo crimine: preservano e distribuiscono a chi le chiede sementi fuori del catalogo ufficiale.

È per questo che vi invito a svolgere un ruolo di primo piano nella lotta per la libertà dei semi tradizionali dal 2 ottobre (Anniversario della nascita di Gandhi) al 16 ottobre 2012 (Giornata mondiale). Nello spirito del satyagraha di Gandhi, abbiamo intenzione di mettere a fuoco in particolare il 2 ottobre (anniversario della nascita di Gandhi) come una richiesta di disobbedienza civile contro le leggi ingiuste sulla libertà di commerciare i semi tradizionali (Vandana Shiva). 
CERCHIAMO DI ORGANIZZARCI PER CITTA'. COLLABORATE TUTTI PER IL BENE DELLA NOSTRA TERRA E DELL'UMANITA'

DICHIARAZIONE PER LA LIBERTA' DEI SEMI
1. Il seme è la sorgente della vita, rappresenta la necessità della vita di esprimere se stessa, di rinnovarsi, di moltiplicarsi e di evolversi all'infinito liberamente
2. Il seme è la personificazione della biodiversità culturale. Contiene milioni di anni di evoluzione biologica e culturale e il potenziale di un futuro millenario.
3. La libertà dei semi è un diritto originario di tutte le forme di vita ed è la base della protezione della biodiversità.
4. La libertà dei semi è un diritto millenario di ogni agricoltore e produttore di cibo. Il diritto degli agricoltori di conservare, scambiare, migliorare, riprodurre e vendere I semi è il cuore della Libertà dei Semi. Quando questa libertà è rubata, gli agricoltori rimangono intrappolati nell'indebitamento e in casi estremi si suicidano.
5. La libertà dei Semi è la base della Libertà Alimentare, visto che i semi sono il primo anello della catena alimentare.
6. La libertà dei semi è minacciata dai brevetti, che creano monopoli sui semi e rendono illegale la conservazione e lo scambio dei semi.
I brevetti sui semi sono eticamente ed ecologicamente ingiustificati perché i brevetti sono diritti esclusivi concessi per un'invenzione. Un seme non è un'invenzione. La vita non è un'invenzione.
7. La libertà dei semi delle diverse culture è minacciata dalla Biopirateria e dai brevetti sulle conoscenze indigene e sulla loro biodiversità.
8. La libertà dei semi è minacciata dai semi OGM, che stanno contaminando le nostre fattorie, chiudendo così ogni opzione di scelta per cibi OGM free per tutti. La libertà dei semi per i contadini è minacciata quando, dopo le contaminazioni, le multinazionali li citano in giudizio per “aver rubato le loro proprietà”.
9. La libertà dei semi è minacciata dalla loro deliberata trasformazione da una risorsa rinnovabile autogenerativa ad una merce brevettata non rinnovabile. Il caso più estremo di seme non rinnovabile è la “Tecnologia Terminator” sviluppata con lo scopo di creare un seme sterile.
10. Noi ci impegniamo a difendere le libertà dei semi come libertà delle diverse specie di evolvere; come libertà delle comunità umane di rivendicare i semi come” beni comuni”.

A tal fine,
-Noi salveremo i semi, creeremo banche dei semi comunitarie e centri di documentazione sui semi,
-Non riconosceremo alcuna legge che illegittimamente rende I semi proprietà privata delle multinazionali.
-Noi fermeremo la brevettazione dei semi.
Collettivamente, dobbiamo bloccare le brevettazione dei semi. Aderisci al Movimento Globale per la Libertà dei Semi, per fermarne il furto da parte delle multinazionali e con questo dunque, il furto della nostra libertà e del nostro futuro.




lunedì 3 settembre 2012

La crisi: il ruolo dei GAS

Sarà la crisi, saranno  stategie commerciali, ma,  credo come molti altri GAS,  anche il nostro Gas riceve mediamente una/due mail al giorno di richieste /offerte commerciali da produttori, aziende da tutta Italia, mail, che il più delle volte non riusciamo neanche a leggere.    Rilanciamo (riprendendo un commento dal sito territorioparmaovest) un articolo molto interessante ed utile per sollecitare un dibattito di analisi sul ruolo dei gas e la ricerca di "un'altra economia possibile".
   
dal sito dei Gas   Territorioparmaovest
L’argomento è davvero di grande attualità ed è sicuramente sentito da tutti coloro che vivono i Gruppi di Acquisto Solidale come soggetto trainante di una economia nuova. I punti di vista divergenti o convergenti non credo manchino. Di seguito riporto quello di Michele Bottari dal sito veronese: ‘le matonele’ (spero di avere scritto correttamente). E secondo voi i GAS possono (o devono) avere un ruolo in questa fase di crisi, ma credo che trasformazione sia più calzante, economica ? E quale ? Qual’è il vostro pensiero ?
 
 
La crisi: il ruolo dei GAS
dal sito GAS Le Matonele
22 agosto 2012 | Michele Bottari
 
Nel mezzo di questa crisi, i Gruppi di Acquisto Solidale sono considerati una mucca da mungere, e sono subissati di offerte, promozioni, sconti, iniziative commerciali. Il sistema in eccedenza strutturale di produzione si attacca a qualunque cosa pur di vendere. Ma pochi conoscono veramente i G.A.S.
Piccolo decalogo per capire qualcosa di questo oggetto misterioso.
Non è una novità: qualunque referente di un Gruppo di Acquisto Solidale ha sempre dovuto fronteggiare decine di offerte da parte di aziende, biologiche o meno, solidali o meno, che a questi gruppi si rivolgono credendo di trovare chissà mai quale potenziale di vendita.
Ogni volta rispondiamo che siamo già clienti dell’azienda X, che ci troviamo bene con l’azienda Y, grazie e arrivederci. Spiace sempre un po’ deludere le aspettative di chi si trova in eccedenza di produzione, il male della nostra economia dei consumi, ma occorre ribadire che non è dai G.A.S. che le migliaia di produttori ‘etici‘ italiani troveranno lo sbocco per la loro produzione. È una questione di numeri, ma anche di attitudine.
Cerchiamo di mettere giù per punti le caratteristiche dei G.A.S., almeno per quello che riguarda la provincia di Verona, il territorio che conosciamo.
1. Il G.A.S. è piccolo, almeno dalle nostre parti. Per sua natura non può comprendere al suo interno più di un certo numero di famiglie. Quando supera queste dimensioni, tende a riprodursi per gemmazione seguendo criteri territoriali o tematici.
2. Oltre a essere piccoli, i G.A.S. non sono molti, per cui il numero di persone è molto limitato. Per dare un’idea, nella provincia di Verona possono raggruppare sì e no 1000 persone, sparpagliate su un territorio vastissimo. Su un milione di persone totali, significa lo 0,1%. Un po’ poco per garantire lavoro anche a micro-aziende formate da una sola persona: un qualsiasi giornalaio ha molti più clienti, che abitano, a differenza dei G.A.S., tutti nella stessa zona.
3. Il G.A.S. non nasce per risparmiare. Fa gli acquisti di gruppo, questo sì, quindi spesso risparmia, ma lo scopo che muove queste persone non è mai il risparmio puro e semplice. Chi si mette in testa di entrare in un G.A.S. per questioni di palanca, o vuole proporre ai G.A.S. risparmi, probabilmente ha sbagliato indirizzo.
4. I gasisti non sono ricchi. Altra tendenza, in contrasto con la precedente, è quella di considerare i G.A.S. come potenziali acquirenti di prodotti estremamente chic. Fatevi un giro per i quartieri o i comuni del veronese, alle riunioni mensili dei G.A.S.: scoprirete una realtà molto più popolare di quello che credete. C’è sì qualche professionista, anche qualche piccolo imprenditore, ma la maggioranza appartiene al ceto operaio e impiegatizio, quando il lavoro c’è. Più o meno come nel resto della popolazione.
5. Il G.A.S. non vuole essere sensibilizzato, semmai sensibilizza, organizzando seminari, incontri in cui qualche esperto diffonde esperienze e saperi di cui il G.A.S. vuole farsi promotore. Di norma il G.A.S. preferisce reperire questi saperi al suo interno, o in ogni caso da persone che fanno riferimento al mondo dei G.A.S. Questo non per spocchia, ma per avere la certezza che non ci siano sotto interessi commerciali o di parte.
6. Il G.A.S. è estremamente selettivo e vigile. Non basta convertire una parte della propria produzione al biologico o all’equo e solidale, perché sicuramente qualcuno dei G.A.S. verrà a chiederti: “e il resto della produzione, come lo fai?” Non basta creare una linea di produzione da offrire ai G.A.S.: se qualcuno trova il tuo nome negli scaffali della Grande distribuzione, puoi passare un guaio.
7. Il G.A.S. è attivo e rifiuta il ruolo di acquirente passivo di qualsivoglia merce. Un esempio, la fiera del vestire sostenibile è organizzata dal coordinamento dei G.A.S. veronesi. Come dire: “siamo noi che ci interroghiamo su come ci si veste, e mettiamo le nostre riflessioni al servizio dei cittadini , quindi non si accettano di buon grado consigli da terzi, tantomeno non richiesti, tantomeno da gente che non fa parte del circuito dei G.A.S.
8. I G.A.S. attraversano fasi di crisi (per esempio, qui a Verona questo NON È un momento buonissimo), ma sbattersi, muovere furgoni di merce, sistemare cassette e predisporre pagamenti, sono tutte funzioni che fanno parte del suo DNA. Credetemi: non c’è nessun bisogno di qualcuno che li aiuti coi trasporti, che faccia loro proposte di acquisto, che organizzi loro la distribuzione, che faccia loro da magazzino: quello che serve se lo procurano al loro interno, e sennò fanno a meno.
9. Il G.A.S. offre e pretende un rapporto diretto. Prima di avviare attività economiche, progetti politici, movimenti di opinione che facciano riferimento ai G.A.S., è necessario confrontarsi con loro. Mandate loro una mail, anche utilizzando il coordinamento provinciale, e mettete in preventivo un giro di partecipazione alle riunioni mensili di tutti i G.A.S. della zona, o almeno di una quota significativa di essi. Chi non fa questo, rischia di vedere il proprio progetto scaricato proprio dal soggetto di riferimento.
10. Il G.A.S. è per la produzione artigianale, non per il Prêt-à-Porter di massa. Questo vale anche per le proposte. Discutere coi G.A.S. la vostra proposta, non significa INFORMARE, ma confrontarsi. Siate quindi disposti a modificarla, anche profondamente, a seguito del confronto coi G.A.S.